Il Dipartimento di Sicurezza Interna degli Stati Uniti d’America (DHS) non ha offerto alcuna trasparenza riguardo il multi-milionario programma di sorveglianza delle pubblicazioni social di immigrati e visitatori stranieri, che viene usato come deterrente per deportazioni e negazioni di visti.

Ma noi vogliamo un cambiamento, così attualmente abbiamo presentato istanza al DHS grazie al Freedom of Information Act (FOIA) in merito ai dati riguardo il Visa Lifecycle Vetting Initiative (VLVI, iniziativa di controllo accurato dei visti). Vogliamo sapere di cosa VLVI si occupa, come funziona, e quali informazioni il DHS sta raccogliendo.

La causa legale archiviata presso la Corte Distrettuale di San Francisco raccoglie informazioni sullo stato attuale del programma, incluso se il governo sta monitorando i profili delle persone sui social media e a quale scopo, come ciò influenza l’approvazione o il diniego di un visto, e dettagli sui $4.8 milioni di transazioni della scorsa primavera.

EFF si oppone al monitoraggio del governo degli Stati Uniti di qualsivoglia profilo social o attività di internet, come in questo caso in cui il governo sta mirando a potenziali immigrati che rischiano di essere ingiustamente etichettati come una minaccia e di vedersi negato l’ingresso negli U.S. Già in passato EFF ha sollecitato il DHS ad abbandonare questo tipo di programma di vigilanza dal momento che la sorveglianza sui social media invade la privacy e viola il Primo Emendamento, innescando un’inibizione d’espressione e consentendo al governo di individuare e punire individui che hanno punti di vista non apprezzati. Qualsiasi sorveglianza basata sul controllo accurato del discorso sui social media risulterebbe inefficace e discriminatoria.   

In una richiesta FOIA presentata lo scorso autunno, EFF ha richiesto al DHS tutti i contratti VLVI, note sul funzionamento del programma, resoconti sul rendimento dell’attività, le recenti raccolte di dati usate come input, materiale formativo, procedure operative, resoconti dell’impatto sulla privacy, revisioni ed infine i report ai corpi legislativi. In risposta a queste richieste il Dipartimento di Sicurezza non ha rilasciato alcuna informazione, un fatto inaccettabile ed illegale.

Nonostante il Dipartimento di Sicurezza Interna e l’Agenzia preposta al controllo delle frontiere e dei flussi migratori (Immigrant and Customs Enforcement, ICE) si avvalgano del VLVI per spiare quelle persone che desiderano venire negli Stati Uniti per anni, l’opinione pubblica ne sa ben poco. La nostra causa legale mira a fare luce sui dettagli di questo programma.